L’abc
del diamante

Purezza e imperfezione rendono ogni pietra unica. Conoscere la qualità del diamante permette di scegliere quello più adatto alle proprie specifiche esigenze.

serie D cover
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Come scegliere la giusta pietra

Ogni pietra racchiude in sé la sua unicità: che sia caratterizzata dalla purezza più assoluta o da un’imperfezione che ne racchiude la storia, diventerà sempre l’espressione delle emozioni di chi la dona e di chi la riceve. Per questo scegliere la pietra giusta è fondamentale. Colombi Diamonds sa come selezionare il giusto diamante per ogni racconto e si affida a una classificazione che consente di orientarsi nel vasto panorama delle gemme: 4 categorie per conoscere il mondo dei diamanti; 4 C per una scelta più consapevole, informata e a misura delle proprie esigenze.

La classificazione delle 4 C per una scelta più consapevole e su misura.

La classificazione delle 4 C

4c

Il colore è il primo aspetto in ordine di importanza, perché è un dettaglio estetico che cattura l’attenzione del nostro occhio e determina il valore del diamante.

Il colore più ricercato? Quello che non c’è. Un paradosso preziosissimo: ciò che manca è ciò che si desidera maggiormente, infatti le gemme più preziose sono quelle totalmente incolori. La natura però, per quanto generosa, ne regala raramente.

Esiste uno standard internazionale (scala Colore CAPE) per stabilire con precisione il colore di un diamante. Attraverso i suoi parametri è possibile classificare la colorazione dei diamanti grazie a una scala che va dal colore D (totalmente incolore e più prezioso) al valore Z (il più saturo di giallo).

Sono esclusi da questa classificazione i diamanti Fancy, ossia quelli con una colorazione pregiata e ricercata. In questo caso non si tratta di imperfezione della pietra, ma di una naturale, unica e rara colorazione, per questo estremamente preziosa.

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Essendo un elemento naturale, il diamante risente delle situazioni ambientali in cui si forma e, di conseguenza, può presentare delle piccole imperfezioni interne, dette inclusioni, che incidono sul valore della pietra. Se tali inclusioni superano una certa dimensione possono compromettere la rifrazione della luce e di conseguenza la brillantezza.
Trovare diamanti totalmente privi di imperfezioni è molto raro, tuttavia, nei diamanti di qualità gemmologica, la maggior parte delle impurità non è visibile da occhio umano. Per questo motivo, la classe di purezza della pietra viene attribuita con un’analisi della stessa con una lente a ingrandimento 10x.
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FL, IF
FL (Flawless) o IF (Internally Flawless) classificano entrambi diamanti privi di inclusioni, puri a ingrandimento 10x. Si tratta di pietre molto rare e di altissimo valore.
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VVS1, VVS2
Very Very Small Included 1 e 2, sono pietre con inclusioni minime, visibili solo attraverso un ingrandimento 10x, con difficoltà. In altre parole, si tratta di diamanti pressoché privi, o quasi, di inclusioni.
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VS1, VS2
Very Small Included 1 e 2, sono diamanti con piccole inclusioni visibili attraverso un ingrandimento a 10x. È il livello di purezza generalmente più commercializzato in gioielleria poiché garantisce un prezzo “contenuto” del diamante pur non influendo sulla brillantezza.
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SI1, SI2
Small Included 1 e 2. A questi gradi di classificazione il diamante può avere inclusioni più estese, ma non del tutto visibili a occhio nudo. La purezza SI permette di contenere notevolmente il prezzo del diamante.
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I1, I2, I3
I diamanti I sono caratterizzati da imperfezioni visibili a occhio nudo, progressivamente più evidenti dall’1 al 3, e arrivano a disturbare la riflessione della luce all’interno della pietra. Sono i diamanti meno quotati nella classificazione, destinati a chi ha budget ridotti e vuole ottenere un risultato d’effetto a discapito della qualità.

Di fronte al materiale grezzo, il tagliatore di diamanti ha l’importante compito di dare forma e trasformare un elemento in luce. Il taglio, infatti, consente al diamante di raggiungere il massimo della sua bellezza ed esaltare le sue caratteristiche intrinseche. Il termine “luce”, nel campo della gioielleria, nasconde dentro di sé diversi aspetti, tanto tecnici quanto magici. Un lavoro a regola d’arte contribuisce in modo determinante a dare brillantezza e fuoco alla pietra, ma anche a consegnarle la giusta “emozione”. Al contrario, se tagliata male, non sarà in grado di riflettere la luce nel modo corretto, perdendo gran parte della sua magia.

Il cut viene classificato gemmologicamente in tre categorie: proporzioni, pulitura e simmetria.
- Proporzioni: determinano brillantezza e fuoco del diamante.
- Pulitura: definisce la qualità della lucidatura delle faccette esterne.
- Simmetria: descrive la perfezione simmetrica di tutte le faccette.
Ogni categoria viene valutata in 4 gradi differenti: Excellent, Very Good, Good, Fair.
La massima espressione della perfezione viene raggiunta solo dai diamanti triplo Excellent.

Oltre al classico e più conosciuto taglio rotondo, definito “brillante”, vi sono altri tagli che permettono alla pietra di esprimere a pieno la propria bellezza. Tutti diversi e affascinanti, pensati per soddisfare i gusti più vari e far brillare gli occhi di chi le osserva: Princess, Marquise, Pear, Emerald, Heart shape.

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Il carato nel mondo dei diamanti ha un certo peso, nel vero senso della parola. Esso infatti è l’unità di misura (Ct) con cui si determina il peso - e in parte il valore - di una pietra. Ma non ne determina la dimensione, legata infatti ad altri fattori come taglio e forma. Un carato equivale a 0.20 grammi.

Nonostante il valore del diamante sia determinato da tutte le 4 C, il carato rimane l’elemento con più “peso”. Se paragoniamo due diamanti con le stesse caratteristiche sopra indicate, infatti, a risultare più prezioso sarà quello che presenta una maggior caratura.

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